
Sono almeno quattro i fattori di cambiamento che spingono nella direzione del (self) performance management, con un effetto dirompente sui tradizionali sistemi di Performance Management:
- Il movimento “democratico” dei talenti, inteso come la ricerca e la valorizzazione del talento che è in ciascuno di noi, che ha preso nettamente il sopravvento, a partire dagli USA, sull’approccio “aristocratico” degli inizi, tutto centrato sui cosiddetti “High Flier” e di cui quello della GE di Jack Welch è uno degli esempi più coerenti e cruenti.
- La sete di innovazione, fattore vitale per la competitività occidentale, che nasce sempre meno dai canali pianificati top down e sempre più dal pensiero laterale di talenti oscuri ma coraggiosi
- L’inevitabile avvento della generazione dei Millenials, che porta in azienda valori e motivazioni al lavoro profondamente diverse da quelle delle generazioni precedenti, molto più orientate alla crescita ed all’autorealizzazione personale e ad un rapporto molto più utilitaristico con l’azienda (che alcuni paragonano a “Taxi da prendere per arrivare alla propria destinazione professionale”).
- Il Web e la sharing economy, insieme allo sviluppo esponenziale delle App, che abilitano il singolo ad utilizzare le reti collaborative come strumento di crescita personale.